Certificati per l’attività sportiva non agonistica: le linee guida

Con la riapertura di scuole, palestre e piscine arrivano le nuove linee guida relative ai certificati per fare attività fisica. Il documento non si applica alle attività ludico-amatoriali, per le quali il certificato resta facoltativo.
10/09/2014
  • redazione
certificato medico

Nessun obbligo di certificazione per chi pratica attività ludico-motoria. Lo ribadiscono le nuove linee guida sui certificati per svolgere attività fisica, contenute nel decreto ad hoc firmato dal ministro della salute Beatrice Lorenzin. Il decreto è stato inviato alla Corte dei conti per la registrazione ed è ora in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Fare chiarezza
Le “Linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l'attività sportiva non agonistica” intendono sgombrare il campo dai dubbi sulla definizione di attività sportiva non agonistica e dunque su chi è tenuto a presentare il certificato medico, quali sono i medici certificatori, la periodicità dei controlli, la validità del certificato e gli esami clinici richiesti. L’obiettivo, spiega il ministero in una nota, è «superare una serie di difficoltà interpretative che si sono nel tempo registrate da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, dei medici specialisti in medicina dello sport, nonché degli operatori che gestiscono le palestre, sull'ambito di applicazione delle disposizioni normative relative alla certificazione sanitaria per chi esercita attività sportiva».

Le linee guida non si applicano all’attività ludica e amatoriale, per le quali il certificato resta facoltativo e non obbligatorio, come già stabilito dal decreto legge n. 69 del 2013 (il cosiddetto “decreto Fare”) e confermato da una nota interpretativa del ministero della Salute.

Chi deve fare il certificato, chi può rilasciarlo
Il documento stabilisce chi deve presentare il certificato: gli alunni che svolgono attività fisico-sportive parascolastiche (cioè, quelle organizzate dalle scuole al di fuori dall'orario di lezione), coloro che fanno sport presso società affiliate alle federazioni sportive nazionali e al Coni (ma che non siano considerati atleti agonisti) e chi partecipa ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale. Sono tenuti a rilasciare il certificato i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i medici dello sport. Il certificato ha validità annuale.

Gli esami clinici necessari
Per ottenere il rilascio del certificato è necessaria l'anamnesi, l'esame obiettivo con misurazione della pressione e un elettrocardiogramma a riposo effettuato almeno una volta nella vita. Per chi ha superato i 60 anni e presenta altri fattori di rischio cardiovascolare, serve un elettrocardiogramma basale. Esame necessario, a prescindere dall'età, anche per coloro che soffrono di malattie croniche che comportano un aumento del rischio cardiovascolare.
 

Lo scorso ottobre, azioni quotidiane aveva dedicato un intero dossier alla certificazione per l’attività fisica e al dibattito che era nato intorno ai suoi presupposti, alla sua obbligatorietà, alle sue implicazioni etiche e pratiche: leggi il dossier “il certificato salva davvero la vita?”.

 

3 Commenti

Estremo disappunto

Se mai ci fosse stata una vaga speranza che il dibattito su questo tema poteva portare a una revisione di questo approccio di sanitarizzazione dell'attività fisica, questa speranza si è definitivamente spenta ed è passata completamente la linea dell'accertamento sanitario, per quanto molti esperti abbiano dimostrato l'inutilità di questo adempimento dal punto di vista preventivo. Ancor più è triste constatare che, per quanto nei servizi di prevenzione si lavori per stimolare decisori e cittadini ad aumentare la loro attività fisica,ormai accertato presidio contro numerose malattie, da altre parti si faccia di tutto per mettere ostacoli e rendere più difficili scelte di salute.
L'inserimento del certificato medico nelle attività ludico-motorie parascolastiche disincentiverà le famiglie a far fare sport ai propri figli, per il costo e per il disagio delle code e delle attese a sportelli e ambulatori.
Per quel che mi risulta quasi tutte le associazioni sportive sono affigliate al CONI anche per motivi di sovvenzioni e quindi solo il singolo cittadino che corre per i fatti suoi potrà evitare l'accertamento: tutti gli altri no.
Ancora una volta invece di migliorare si peggiora. Peccato!

certificati

purtroppo la normativa attuale è andata in una direzione diversa da quella che speravamo. Non così si può dire sulle attività ludico-amatoriali per le quali non è prevista la certificazione. Credo che sia questo il messaggio da veicolare e non quello che dice che sono facoltative. Dire facoltative significa dare la stura e assecondare tutte le richieste, che sono assolutamente inappropriate e gravano economicamente sui cittadini!

Il complicatore: una corsa nella burocrazia

Se avessi di fronte a me, nel mio ambulatorio, un uomo o una donna sulla sessantina, ex-forte fumatore/trice, in sovrappeso, che mi mette a parte dell’intenzione di fare attività fisica anche “vigorosa” in vista di una perdita di peso e di un auspicato “allungamento della speranza di vita”, come ormai si legge fin nella reclàme degli autobus, non esiterei un istante a consigliargli/le un accertamento elettrocardiografico per verificare lo stato del cuore, prima di iniziare quell’attività. Ma, attenzione, ho detto “consigliare” non “costringere”. Nella differenza semantica che passa tra i due verbi sta il nocciolo della questione.
Leggi l'intero intervento (http://www.snop.it/attachments/article/411/Se%20io%20avessi%20di%20front...), a cura della Società nazionale operatori della prevenzione (Snop).

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