Se la salute la impari dall’amichetto

L’educazione tra pari (peer education) a corretti stili di vita in età pediatrica è la leva, vantaggiosa, del programma canadese “Healthy Buddies”. E anche il gioco può essere uno strumento efficace per promuovere la salute.
25/03/2014
  • Davide Coero Borga, Maria Rosa Valetto
Healthy Buddies

Immagine: 

La locandina del programma canadese di educazione alla salute “Healthy Buddies”

«Da’ il buon esempio, che sei il più grande!». Può un invito tanto odiato da chi ha solo qualche mese in più all’anagrafe, ma resta comunque un bambino, diventare la leva di un programma nazionale di promozione della salute, con soddisfazione di grandi e piccini? Evidentemente sì, e nel senso letterale: le prove a favore del progetto “Healthy Buddies” sono state infatti pubblicate sulla rivista medica Jama Pediatrics.

Un modello vincente
Circa 650 studenti di 19 scuole primarie della provincia canadese del Manitoba nell’anno scolastico 2009-2010 hanno partecipato a un corso di educazione alla salute. Le materie erano pratica dell’attività fisica, sana alimentazione, autostima e percezione corporea. E, cosa davvero insolita, il corpo docente era formato da ragazzini di 9-12 anni, mentre il gruppo oggetto dello studio dai loro compagni di 6-8 anni. Come avviene abitualmente, nel mese di ottobre sono stati fatti i test di ingresso (dai quali è emerso che circa un terzo dei bambini era obeso) e nel mese di maggio il bilancio finale, con la valutazione di quanto appreso e la determinazione di parametri antropometrici legati al rischio cardiometabolico (indice di massa corporea e circonferenza addominale). Rispetto a un gruppo di controllo, i partecipanti al programma di educazione “tra pari” hanno migliorato in modo significativo le loro conoscenze sugli stili di vita salutari e sulle componenti della dieta. Dato ancora più interessante è stata la riduzione della circonferenza addominale: un centimetro e mezzo circa in meno. Che non è poco, considerando il breve lasso di tempo (un anno scolastico) e il fatto che si sta parlando di bambini in fase di crescita.

Il contesto scolastico è senza dubbio tra quelli ideali per la promozione della salute, ma i risultati di progetti educativi tra pari mirati al controllo o alla riduzione del peso corporeo non sono in genere così confortanti. Evidentemente “Healthy Buddies” - da noi l’avrebbero battezzato “Amichetti sani” o “Compagnetti sani”  - ha trovato la formula vincente, che si basa su un modello in cui il mentore è piccolo… ma il discepolo ancor di più! Fin dalla pubblicazione su Pediatrics dei primi risultati di uno studio pilota condotto in due scuole elementari su un campione più ridotto (circa 350 bambini), è apparso subito chiaro che l’intervento messo in atto da “Healthy Buddies” era in grado di modificare conoscenze, competenze e attitudini sulle tre componenti del programma (alimentazione, esercizio fisico e corretta immagine corporea), ma anche di migliorare i parametri antropometrici (indice di massa corporea, pressione arteriosa e frequenza cardiaca).

Anche giochi e giocattoli per favorire comportamenti sani
Dal 2006 il suo triplice invito Go Move! Go Fuel! Go Feel Good! risuona così in 40 scuole primarie canadesi e viene riproposto anche sul sito web, molto ricco di documenti e materiali. Tra questi, una serie di giochi da tavolo - Go Move! e Go Fuel! - che si possono ordinare anche separatamente. Che cosa ci facciano dei giocattoli in un programma di educazione alla salute può risultare difficile da capire, ma non si tratta di una scelta azzardata. Il gioco è infatti efficace come strumento stand alone per la promozione delle buone pratiche in salute e i giocattoli sanno essere viatico di informazioni e concetti complessi. Messi a disposizione di piccoli gruppi di studenti in una classe, in un centro ricreativo o in famiglia (come palestra del divertimento per genitori e figli), i giochi stimolano il dialogo e insegnano una varietà di concetti. E anche parlare di attività fisica e nutrizione diventa più facile.

I giochi da tavolo di “Healthy Buddies” sono progettati per divertire e coinvolgere i bambini fornendo loro le istruzioni e gli strumenti necessari a prendere decisioni corrette per il loro benessere immediato. Ma si tratta di ragionamenti che tornano buoni anche più tardi, una volta cresciuti. Cosa meglio di un gioco può innescare un comportamento virtuoso? Ecco quindi che il sapere medico e scientifico viene declinato narrativamente in un quiz a risposta multipla, un casellario, una tombola o un memory game. Tutte dinamiche di gioco conosciute, intuitive, e che non a caso ritroviamo spesso in app e videogame sui nostri tablet, smartphone e console. Come lo sfortunato paziente dell’“Allegro chirurgo” - versione italiana di Operation, il noto gioco da tavolo della Milton Bradley - da sempre sotto i ferri con il suo fisico da caricatura grottesca e il naso rosso da clown, Go Move! e Go Fuel! riescono dove nessuno ce la può fare: rendere divertente e spassoso il tema della malattia. Che si chiami obesità o raffreddore, non importa.

Gioca sul serio
Da sempre luogo tabù dove si evitano volentieri battute di spirito, la salute non ha mai occupato una posizione di rilievo nel mondo del giocattolo. Al più relegata alle avvisaglie di ormoni adolescenziali di chi giocava al dottore, la sfera del benessere è per definizione qualcosa da “manovrare con cautela”: handle with care. Oggi invece i giochi scientifici raccolgono un ampio consenso del pubblico bambino, proprio come è successo al paziente dell’Allegro chirurgo. Tanto che anche un progetto europeo come Ecran (European Communication on Research Awareness Needs), nato per rendere la ricerca medica semplice da capire e spiegare tutto quello che bisognerebbe sapere per prendere parte all’importante processo degli studi clinici, ha scelto la via del serious game per avvicinare il pubblico più giovane. In free download per iPad e tablet, Ecran Lab è un videogame con cui anche un bambino può imparare come si crea un nuovo farmaco. Come recita il bugiardino: “Divertiti a vestire i panni del giovane scienziato o addirittura trasformati nello stesso farmaco e viaggia all’interno del corpo umano dove dovrai combattere le cellule cattive e proteggere le buone”. Allegro chirurgo o serious game che sia, la sfida della salute resta aperta. E, a chi ha la mano che trema, non resta che subire i divertenti effetti sonori dell’indomito paziente giocattolo… beep!

 

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