Pedalare per rilanciare l’economia

Più salute, meno traffico, migliore qualità dell'aria, riduzione del rumore, risparmio nei costi di parcheggio, shopping facile: un viaggio alla scoperta dei vantaggi della mobilità a due ruote.
25/11/2013
  • Francesco Aiello
bikenomics

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(foto credit: http://la.streetsblog.org/2012/09/17/pro-walknomicspro-bikenomics/)

Ogni sera lunghi e noiosi talk show dedicati a possibili scenari per far ripartire l’economica mondiale, bombardati da improbabili guru che ci danno la loro ricetta per rilanciare il Paese. Eppure su questo tema c’è un dato che potrebbe essere d’aiuto per la nostra economia letargica: in Italia si vendono più biciclette che automobili. Non accadeva da ben 48 anni. Certo, erano altri tempi: l’auto era un lusso, cosa che forse sta ritornando a essere in questi anni di crisi. Ma si potrebbe partire proprio da qui per una svolta, cercando di incentivare il trasporto su due ruote e scoprire tutti i benefici della cosiddetta bikenomics.

Un affare a tanti zeri
«Per molto tempo il tema della bici è stato confinato all’interno di logiche che non comprendevano l’aspetto economico. Ogni anno, secondo le stime di Confcommercio, in Italia spendiamo in media per l’automobile circa 4800 euro: già solo con questo dato si può capire il risparmio economico che si ricaverebbe da un maggiore uso della bicicletta rispetto all’auto; i soldi risparmiati potrebbero essere spesi per muovere l’economia», spiega Paolo Pinzuti, fondatore del movimento #salvaiciclisti e promotore del workshop sulla bikenomics che si è tenuto al Citytech di Milano lo scorso ottobre. Calcolando tutti i benefici legati alla ciclabilità, la European Cyclists' Federation ha stimato che politiche di sviluppo basate sulle due ruote potrebbero portare in Europa un guadagno di ben 200 miliardi di euro all'anno: più o meno il Pil di un paese come la Danimarca. Sono infatti numerosi gli aspetti che fanno del pedalare un affare a tanti zeri: più salute, meno traffico, riduzione dei costi di infrastruttura, una migliore qualità dell'aria, riduzione del rumore e risparmio nei costi di parcheggio.

Piste ciclabili: vantaggi per residenti e commercianti
Partiamo dalle infrastrutture: una città di circa 100 mila abitanti che volesse dotarsi di un sistema di percorsi ciclabili per complessivi 100 chilometri spenderebbe in piste circa 10 milioni di euro: una cifra ben lontana, per esempio, dai 60 milioni al chilometro spesi per la tangenziale a sud ovest di Asti. Uno studio dell'Università del Massachusetts dimostra che le piste ciclabili creano il 46% in più di posti di lavoro rispetto a progetti stradali. La ricerca ha esaminato 58 progetti di infrastrutture in 11 città, e ha scoperto che le iniziative legate alla bici danno 11,4 posti di lavoro per ogni milione di dollari speso, mentre su strada si creano solo 7,8 posti di lavoro.

A guadagnare in primis della costruzione di reti ciclabili sono i residenti della zona. Secondo recenti analisi, le case più vicine a percorsi pedonabili hanno un valore di mercato superiori al 11% in più rispetto a case collocate in altre zone. Non solo. Andare in bicicletta è un'attività che si verifica su un human scale cioè, a una velocità che consente ai ciclisti di interagire con l'ambiente che li circonda. All'interno di un’area urbana, questo significa che i ciclisti si fermano per fare acquisti, curiosare e scoprire e valorizzare aspetti inediti del posto in cui vivono. Spesso i piccoli negozianti dei nostri centri storici sono costretti a chiudere perché i possibili acquirenti sono scoraggiati da divieti di accesso e parcheggi inesistenti: stimolare l’uso della bici porterebbe la salvaguardia di queste piccole realtà. A New York, per esempio, i negozi localizzati in prossimità delle piste ciclabili, hanno registrato un incremento del fatturato pari al 49%.

Un modello che conviene
Più piste meno parcheggi, meno parcheggi minori entrate per le fameliche casse comunali. Falso. Lo spazio necessario per parcheggiare una bicicletta è il 12% rispetto a quello di un auto. A Melbourne, in Australia, ogni metro quadrato di spazio destinato alle automobili raccoglie solo 6 dollari all'ora, mentre il medesimo spazio allocato per le biciclette raccoglie cinque volte tanto. Sempre più persone in bicicletta per le città, meno auto per strada. Che significa diminuzione di traffico e rumore, più qualità della vita per i residenti. Città provviste di percorsi ciclabili acquistano, quindi, anche una maggiore attrazione turistica. Un esempio è dato dalla ciclopista del Danubio che ha fatto guadagnare nel solo 2010 al governo austriaco 71,8 milioni di euro. O in Germania, dove gli stranieri su ciclopista in due anni sono raddoppiati, passando dal 4,6% del 2008 all’8,9% del 2010. E l’Italia? Le località che hanno creato reti ciclabili hanno visto aumentare il proprio fatturato. Si è passati dai 37 milioni di lire del 1998 ai quasi 10 milioni di euro del 2012. Le quattro più importanti ciclovie del Trentino Alto Adige hanno generato una ricaduta economica di oltre 80 milioni di euro nel 2009.

Il guadagno di salute
Ma il guadagno più grande generato dalla bikenomics è nella spesa sanitaria. L’Università del Wisconsin ha calcolato che la sostituzione della macchina con la bici per percorsi brevi potrebbe evitare circa mille incidenti mortali l’anno, con un risparmio in termini di costi sanitari di oltre 7 miliardi di dollari. E poi meno automobili in circolazione significa anche migliorare la qualità dell’aria, con una diminuzione di casi di asma, ictus e problemi cardiorespiratori. L’Organizzazione mondiale per la sanità ha sviluppato il programma Heat (Health economic assessment tool) per calcolare i benefici economici derivanti dall’uso della bicicletta. Heat ha stimato che, se nel Regno Unito il tasso di ciclisti tra la popolazione aumentasse dall'attuale 1-2% al 13-15%, i risparmi sanitari potrebbero ammontare anche a 2 miliardi di sterline l'anno.

Del resto le stesse imprese, soprattutto negli Stati Uniti, sono molto sensibili al risparmio sulle spese sanitarie per i propri dipendenti e per questo hanno iniziato a fornire una serie di incentivi per incoraggiare i dipendenti a utilizzare la bici anziché l’auto per recarsi al lavoro. Uno studio della Health Partners ha riscontrato che queste politiche aziendali basate sulle due ruote hanno portato non solo un risparmio, ma anche un aumento delle prestazioni lavorative. Stare bloccati nel traffico significa infatti perdere tempo, e di conseguenza di denaro, per milioni di professionisti e lavoratori. Solo in Italia si stima una perdita di circa 45 miliardi di euro in mancata produttività.

Per stimolare l’uso della bicicletta c’è quindi bisogno di un cambio radicale di paradigma, in particolare nel nostro Paese. Con iniziative politiche che possano aiutare nuovi piani di sviluppo: «Ogni anno vengono spesi solo in Italia circa 800 milioni di euro dalle aziende automobilistiche in pubblicità. Non c’è invece traccia di campagne per la sensibilizzazione per trasporti più sostenibili», conclude Pinzuti.

 

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