Risparmiare con gli stili di vita: dal Canada, un modello possibile

Quanti costi sanitari in meno, diretti e indiretti, controllando i principali fattori di rischio legati allo stile di vita? Ce lo dice con precisione uno studio canadese.
16/07/2014
  • Maria Rosa Valetto
risparmiare con gli stili di vita

Al primo posto il fumo, al secondo il sovrappeso, al terzo la sedentarietà. Questa classifica si riferisce in particolare al contesto canadese, ma un po’ in tutto il mondo sono sempre gli stessi i fattori di rischio modificabili che si contendono il triste primato quanto a impatto sulla salute della popolazione, ricadute economiche comprese. Lo studio pubblicato sul Canadian Journal of Public Health si distingue per il tentativo di fotografare uno scenario reale ricavato dai dati epidemiologici della popolazione canadese in cui questi determinanti entrano in gioco simultaneamente. E di delineare come cambierebbe lo scenario a lungo termine, mettendo in atto gli interventi più appropriati.

In un’operazione di questo tipo la difficoltà consiste nell’evitare errori dovuti al fatto che, una volta calcolato il peso di malattia dei singoli fattori, bisogna evitare di “contare due volte” gli eventi negativi. Per esempio, la morte di un paziente fumatore e obeso è il frutto di entrambi i determinanti e non va considerata come due decessi distinti nella popolazione. I ricercatori dichiarano di aver adottato gli opportuni accorgimenti metodologici e di aver quindi prodotto una stima affidabile, equilibrata e “prudente”, visto che è stato eliminato il temuto doppio conteggio e un probabile errore per eccesso (circa del 13%). Poi hanno corretto i dati per età e genere, distinguendo tre categorie per la variabile peso corporeo (normale, sovrappeso e obesità, in linea con le classificazioni Oms) e quattro per lo stato di fumatore (non fumatore; fumatore lieve: meno di 10 sigarette al giorno; fumatore moderato: da 10 a 19 sigarette al giorno; fumatore forte: più di 20 sigarette al giorno).

Piccoli cambiamenti, grandi effetti
Venendo ai numeri (tutti espressi in dollari canadesi, che valgono un po’ meno di 0,7 euro), nel 2012 fumo, sovrappeso e sedentarietà sono costati al Canada 50,3 miliardi di dollari canadesi (34,7 miliardi di euro), attribuibili rispettivamente per il 40% a ciascuno dei primi due fattori di rischio e per il restante 20% al terzo. I soli costi sanitari ammontano a 15,4 miliardi di dollari canadesi (10,4 miliardi di euro), pari al 7,4% della spesa sanitaria nazionale. Le malattie dal maggiore impatto economico sono quelle cardiovascolari, seguite quasi alla pari da tumori e patologie muscolo-scheletriche, quindi dalle malattie respiratorie croniche e da quelle metaboliche. Cifre allarmanti, ma con uno spiraglio di speranza: basterebbe infatti ridurre dell’1% all’anno il peso di questi fattori di rischio per risparmiare 8,5 miliardi di dollari canadesi (5,86 miliardi di euro) ogni anno fino al 2031: nell’arco di circa vent’anni, la deflessione ottenuta annullerebbe gli effetti legati all’incremento demografico.

Da sottolineare come un numero apparentemente così piccolo corrisponda a cambiamenti considerevoli dello stile di vita della popolazione: secondo queste proiezioni, dal 2012 al 2031 i fumatori dovrebbero passare dal 17,9% al 13,6% (circa 500 mila in meno), i canadesi in sovrappeso dal 42,9% al 38,7%, quelli sedentari dal 44,3% al 37,5%. Gli autori sono consapevoli che l’obiettivo è ambizioso e si chiedono anche se sia raggiungibile: solo una risposta positiva giustificherebbe investimenti in iniziative di prevenzione ad hoc. Anche per questo bastano le cifre: nel periodo 2001-2011 il tasso di fumatori canadesi sopra i 12 anni di età è passato dal 25,9% al 19,9%. Senza dubbio un successo, visto quanto è difficile in una popolazione smuovere anche solo di una piccola frazione percentuale la prevalenza di abitudini e comportamenti a rischio per la salute.

 

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