Ma quanto fa bene andare in bici. Anche al portafoglio

Una ricerca britannica fa i conti in tasca ai ciclisti urbani e alle comunità che mettono in atto politiche di ciclabilità virtuose. Con investimenti in mobilità a due ruote, la spesa cala.
21/11/2014
  • Maria Rosa Valetto
ciclabilità ed economia locale

Immagine: 

credit: Copenhagenize Design Co.

Un risparmio per il sistema sanitario nazionale di 17 miliardi nell’arco di 20 anni, una riduzione del 30% della mortalità sulle strade, 400 anni di vita salvati per la riduzione dell’inquinamento. E poi maggiori opportunità di movimento per le famiglie svantaggiate, posteggi meno congestionati (un’automobile occupa lo spazio di 8 biciclette), un aumento di circa il 25% degli acquisti al dettaglio nei negozi collocati lungo una pista ciclabile. L’indagine commissionata dalla federazione ciclistica britannica British Cycling alla facoltà di architettura dell’Università di Westminster parla chiaro. Tanto da auspicare per la Gran Bretagna quella che viene definita una vera e propria “rivoluzione ciclistica”, basata non su una generica promozione ad andarsene di più in giro in bici, ma su un massiccio investimento governativo. Un intervento su scala nazionale, per favorire il trasporto ciclabile grazie alla costruzione di infrastrutture «che consentano l’uso quotidiano della bicicletta ai cittadini di tutte le età, secondo le abilità individuali». E a renderlo più piacevole, sicuro e rapido. Il messaggio è eloquente: andare in bici deve diventare un modo normale di spostarsi ogni giorno.

Tutti i benefici delle pedalate
Lo studio prende in considerazione e stima numerosi benefici: dai cambiamenti sociali (miglioramento della salute pubblica, meno inquinamento e traffico, rilancio dell’economia locale), a quelli individuali (riduzione del rischio cardiovascolare e oncologico, rallentamento del declino cognitivo, adesione a uno stile di vita più attivo e sano, maggiore autonomia in età infantile e senile). I modelli di riferimento, da cui vengono tratti esempi di strategie vincenti a livello di impatto sulla salute e sull’economia sono, per l’Europa, la Danimarca e l’Olanda; per gli altri continenti, il Canada e la Nuova Zelanda.

Per quanto riguarda l’inquinamento, la conversione del 10% del traffico a motore in spostamenti  in bicicletta farebbe risparmiare 100 decessi prematuri ogni anno solo nelle aree urbane inglesi, Londra esclusa. Una delle prospettive più interessanti del piano è poi l’aumento della sicurezza delle strade. Dati alla mano, ispirandosi al modello olandese dove ogni anno continua a scendere la mortalità associata all’uso delle due ruote, se si passasse dall’attuale 3% al 12% di persone che vanno a lavorare pedalando, non si verificherebbe alcun caso di incidente mortale. Cosa fa la differenza fra queste stime e la percezione diffusa di un rischio elevato sulle nostre strade? La fanno i reali investimenti sulle infrastrutture: studi effettuati in Australia e Nuova Zelanda e in Canada dimostrano come attrezzature e arredi stradali specifici per il traffico ciclabile aiutino a ridurre e prevenire gli incidenti. Un sorriso alla vita quotidiana proviene infine da quelle persone che, in diverse parti del mondo, vivono in aree accessibili solo a pedoni e biciclette. Dalla loro esperienza traspaiono infatti più ottimismo, migliori relazioni con il vicinato, più voglia di uscire e socializzare: un bel vantaggio, soprattutto per gli anziani.

Tra gruppi di pressione e lobby
Il documento della federazione British Cycling non è comunque l’unica iniziativa al momento in atto nel Regno Unito. C’è anche l’indagine Get Britain Cycling, che esprime la posizione di un gruppo del tutto particolare: l’All Party Parliamentary Cycling Group, soggetto “ciclo-politico” che raduna trasversalmente i parlamentari delle due Camere favorevoli a una maggiore diffusione della bici. Il gruppo raccomanda un investimento minimo annuale pro capite di almeno 10 sterline (più o meno 13 euro) per la mobilità a pedali: una quota tendenzialmente da raddoppiare, per avvicinare l’Inghilterra ai livelli di spesa e ai risultati dei Paesi che seminano, e raccolgono, in politiche per trasporti più sostenibili. E per un’eventuale campagna promozionale è già pronta la canzone dei Queen, Bicycle Race: per montare in sella, restando sempre very British.

 

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