«Camminare ogni giorno per raggiungere uno status di benessere e lasciare alle spalle ogni malanno». Secondo Søren Kierkegaard, era questa la mossa vincente per sanare i mali del corpo e dello spirito. Parole efficaci e veritiere, quelle del filosofo danese. Basti pensare che la Regione Puglia le ha adottate come slogan di “Movimento in salute”, il programma biennale di promozione dell’attività motoria avviato nel 2012.
sedentarietà
La salute, tra i bisogni individuali e diritti di cittadinanza. Appuntamento a Trento venerdì 20 giugno con esperti del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, sindaci, rappresentanti dei Servizi sanitari delle Regioni settentrionali, delle Asl e delle università in occasione del primo incontro sugli stili di vita promosso dall’Unione italiana sport per tutti (Uisp).
Il possesso di auto, televisione o computer ci rende sicuramente la vita più semplice, ma favorisce sedentarietà e cattiva alimentazione. Con effetti negativi sulla salute, in misura diversa a seconda del livello economico. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati del Prospective Urban Rural Epidemiology (“Pure”) Study recentemente pubblicato sul Canadian Medical Association Journal.
Quanto ci costa la sedentarietà? I ricercatori di uno studio australiano pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine sono andati indietro di qualche passaggio nell’ equazione “sedentarietà = costi per la salute” e hanno scomposto i termini dell’operazione, fino a risalire al contributo di una forma particolare di sedentarietà: lo stare seduti. Senza accontentarsi del conteggio a ritroso, si sono poi impegnati in un calcolo che ha monetizzato il tutto. La conclusione?
Con una conferenza internazionale sulle sfide e sulle opportunità che oggi alimentazione e attività fisica rappresentano per il mondo della sanità pubblica (e non solo), la Grecia inaugura ufficialmente il proprio semestre di presidenza dell’Unione europea. L’incontro è in programma ad Atene il 25 e 26 febbraio.
La forzata inattività di un disabile costretto sulla sedie a rotelle va contrastata al pari della sedentarietà di chi non è disabile ma solo pigro. Anzi di più, perché alle conseguenze invariabilmente associate a uno stile poco dedito all’esercizio e al movimento, ad aumentare i rischi per la salute si sommano un accelerato processo di riduzione della massa muscolare, una postura che può creare problemi all’apparato muscolo-scheletrico e i danni provocati dalla malattia. Ormai la medicina della disabilità è attenta anche a questi aspetti.
Dati e statistiche parlano chiaro: la sedentarietà è (anche) un problema di genere. Seguire le raccomandazioni, cioè fare per 5 giorni a settimana almeno mezz’ora di esercizio al giorno (gli adulti) e almeno un’ora (bambini e adolescenti), per circa due terzi degli italiani sembra un traguardo irraggiungibile. Ma si tratta addirittura di un miraggio, se concentriamo l’analisi sul sesso femminile, che sembra scontare una posizione più penalizzata rispetto agli uomini.
«Se da domani a Barcellona si appendessero le chiavi dell’auto al chiodo e si montasse in bici…»; «se la qualità dell’aria in città migliorasse…». Non è il “gioco dei se” di una scolaresca spagnola in gita, né una serie di domande poste di fronte al solito improbabile plastico in tv. È invece la formulazione delle ipotesi di studio secondo un rigoroso modello probabilistico, l’Health Impact Assessment.
Dalla serie di articoli pubblicati a giugno sulla rivista medica Plos Medicine è evidente il senso di frustrazione di chi è impegnato a combattere la sedentarietà. Aggettivi come wicked o malignant o metafore come «disastro al rallentatore» ricorrono di continuo.
I nuovi dati del sistema di sorveglianza Passi, raccolti tra il 2009 e il 2012 e resi noti pochi giorni fa su EpiCentro, sono eloquenti: il 33% degli italiani tra 18 e 69 anni può essere classificato come “attivo”, il 36% come “parzialmente attivo” e il 31% come “sedentario”. Questo significa che, nel nostro Paese, quasi una persona su tre non fa un lavoro pesante e non pratica alcun tipo di attività fisica nel tempo libero, nemmeno 10 minuti al giorno.